Farsa di Spa: parla l’ex pilota Arturo Merzario

Farsa di Spa: parla l’ex pilota Arturo Merzario

Disapprovazione per la gara mai corsa in Belgio causa mal tempo

Merzario si è espresso senza mezzi termini a proposito della gara di Spa, neutralizzata dal diluvio. Il pilota degli anni 60 e 70 non si capacita della situazione. È stato assurdo assegnare dei punti con soli due giri. La decisione presa dalla direzione di gara è stata un errore grave, inimmaginabile, che lui ha definito con termini più coloriti e non pubblicabili. Ricorda che ai suoi tempi, per guadagnarsi i punti, occorreva aver fatto almeno il 50% dei giri previsti più uno, e che Enzo Ferrari lo avrebbe mandato a quel paese se si fosse rifiutato di correre sotto la pioggia.

I punti non andavano assegnati

Lo scandalo F1 prosegue. E non tanto per la scelta di aver fatto correre o meno. Ma per come sono andate le cose. I punti non vanno assegnati se fai solamente due giri e per giunta dietro la Safety Car. È stato tutto un modo per mettersi al sicuro nei confronti di sponsor, organizzatori e sopratutto spettatori che hanno pagato il biglietto. Come affermato dal ex pilota comasco, evitando parole non appropiate da pubblicare che lui ha espresso a riguardo. Si doveva andare in pista. Ma non assegnare punti. E ciò è già di per sè uno scandalo. La gara, se si voleva tanto fare, si poteva fare. Ma tutti i piloti dovevano restare a zero punti.

La gara bagnata più famosa della storia nell’ era di Arturo

Ai tempi di Arturo si andava in pista quando a fine gara si faceva la conta andando a casa contenti se i piloti c’erano ancora tutti. Un mondo diversissimo e per certi aspetti incomparabili. Lui che ha corso nella gara bagnata più famosa della storia delle auto da corsa. Correva il 1976, al Fuji, dove si è svolto il campionato che incoronò James Hunt, segnando l’inizio della carriera vera e propria di Lauda, che con la sua Ferrari era campione del mondo in carica. Soltanto tre mesi prima aveva rischiato la vita a Nürburgring, ha spiazzato tutti tornando a correre in parte sfiguarto, e negli anni successivi ha conquistato altri due titoli. Era un eroe. Ma quel giorno si dimostrò di essere umano, ritirandosi dalla gara. Ed è questo che gli ha lasciato il vero riconoscimento. Avere il coraggio di avere paura nelle situazioni più critiche, nonostante le corse fatte e le sfide vinte.

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Il coraggio umano di Lauda e i giri di Arturo con la pioggia

Merzario ricorda quel giorno. Anche allora avevano aspettato tanto prima di partire. In ballo c’erano tanti aspetti, come il costo del satellite. Prima di prendere una decisione, ci fu una riunione. La gara sarebbe comunque partita e ognuno avrebbe fatto quel che meglio credeva. Niki Lauda decise di ritirarsi. E per questo ovviamente non lo criticò, anzi, ancora oggi afferma che aveva fatto bene se quella era la sua decisione. Forghieri aveva esortato Lauda ad inventare una scusa del suo ritiro, come il fatto che si fosse rotto qualcosa, per non dire che aveva paura. Ma lui, con molta classe, gli disse che l’ unica scusa era ammettere la verità. Non se la sentiva di partecipare in quelle condizioni. Arturo andò invece avanti per 23 giri sotto il diluvio. Fino a che il motore della sua Wolf Williams non si spense del tutto. In sintesi, Hunt arrivò terzo e fu campione del mondo. Ma la gara, doppiando tutti la vinse Mario Andretti.

Questione di auto, non di piloti

Arturo ne ha macinati di chilometri sotto al diluvio. Anche perchè ai tempi guai a dirlo al Grande Vecchio, Enzo Ferrari, che non avresti corso per lòa pioggia. Questo non vuol dire però che i piloti di allora non fossero umani e quelli di oggi non meritano. Non vanno fatti paragoni per il semplice motivo che sono diverse le auto. Troppo diverse, quelle di oggi, troppo sensibili, veloci e basse a confronto di quelle con cui Arturo e i suoi ex compagni sfidavano anche il mal tempo. Merzario riconosce questo, affermando però che allora, a Spa, non dovevano nemmeno uscire dai box.

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